Hai mai sentito parlare della sindrome di Stendhal? Ecco in che cosa consiste e come si manifesta: sintomi e segnali per riconoscerla.
La sindrome di Stendhal si definisce come un disturbo psicosomatico, non riconosciuto come una condizione medica vera e propria. Tuttavia, si manifesta come una reazione intensa di malessere diffuso, con sintomi psicologici e fisici, di fronte ad opere d’arte particolarmente belle. A coniare il nome è stata la psichiatra Graziella Magherini, nel 1979.
Grazie ai suoi studi effettuati su soggetti affetti da questo particolare disturbo è stato possibile riconoscere tra i sintomi più diffusi sensazione di vertigini e confusione. Questi però non sono gli unici segnali che caratterizzano la sindrome di Stendhal. Vediamo più nel dettaglio in che cosa consiste e come riconoscerla.
Come abbiamo anticipato, la sindrome di Stendhal è un disturbo psicosomatico che si prova osservando opere d’arte particolarmente belle e suggestive. Tale definizione è stata coniata per la prima volta nel 1979 dalla psichiatra Graziella Magherini, la quale ha analizzato numerosi casi di turisti in visita a Firenze.
La scelta del nome è dipesa dal fatto che nel 1817 lo scrittore francese Stendhal nel suo resoconto Roma, Napoli e Firenze ha descritto la sua reazione alla visita della chiesa di Santa Croce a Firenze con queste parole: “Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”.
Magherini nel corso dei suoi studi ha osservato che la reazione dello scrittore non sarebbe un caso isolato, ma un fenomeno ricorrente. Così è arrivata a definire dettagliatamente i sintomi di tale disturbo. I più frequenti sono:
Attualmente non è stato possibile trovare un’effettiva spiegazione al fenomeno. Tuttavia, secondo alcune teorie alla base della sindrome di Stendhal ci sarebbero delle particolari reazioni fisiologiche e psicologiche, che coinvolgerebbero il sistema nervoso autonomo e il cervello.
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